“La terra e le sue produzioni. Il tipico perfetto, l'impresa performante e il mercato evoluto”. È questo il titolo del convegno organizzato da Formez PA nell’ambito del progetto I’M Sardegna (Innovation Manager Sardegna), tenutosi venerdì 31 gennaio nella Sala Convegni dell’Hostel Rodia a Oristano.
L’appuntamento è stato il terzo di un ciclo di tredici eventi, articolato in laboratori, workshop, seminari, tavole rotonde e incontri tematici, che attraverso un vero e proprio percorso di foresighting continuo accompagnerà, lungo tutto il 2014 e su tutto il territorio regionale, lo svolgimento di I’M Sardegna.
Il meeting, si è aperto con i saluti di Paolo Tola, Direttore del Formez PA di Cagliari e dalla presentazione di I’M Sardegna con l’intervento di Gianni Agnesa, Responsabile delle attività del progetto, seguiti da una breve introduzione sui temi del convegno, curata da Nicola Pirina, consulente scientifico del progetto I’M Sardegna e moderatore dei lavori della giornata.
Nel corso del convegno sono emersi diversi spunti di riflessione proposti da esperti di fama nazionale e operatori del settore, una tavola rotonda partecipata che ha generato prospettive differenti, anche se in parte convergenti e decisamente complementari, dagli interventi di
http://www.romamercati.com/
da Arredamenti Nuove Tecnologie i Forni solari "Ecosirio Solarex" nella foto Alexander Scano mostra il più piccolo dei forni solari "Parigi 20"
inizio del seminario del Formez "I'M Sardegna"
Carlo Hausmann,
Direttore Generale dell’Azienda Romana Mercati (Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma), che ha presentato diversi motivi di riflessione in merito ai nuovi scenari del mercato agroalimentare, alle tendenze dei consumi del mercato italiano e di quello estero soffermandosi sul significato di tipico perfetto. Secondo l’esperto in Italia le specialità alimentari sono numerose e sempre più al centro dell’interesse del mercato internazionale, “è quindi necessario identificare la ‘carta d’identità del prodotto e valutare i fattori della qualità alimentare secondo le quattro assi dell’innovazione, come il tipico genetico, le caratteristiche sensoriali; l’ingegno umano, e il territorio, che rendono il prodotto personale, quindi inimitabile e insostituibile”. Per Hausmann la strada del tipico perfettibile è quella più smart per gli scenari che arriveranno poiché la qualità è insita nell'identità territoriale e culturale di un territorio.
A seguire, con una relazione intitolata “La costruzione delle filiere e della qualità condivisa: esempi virtuosi di riduzione degli sprechi e tecniche per il miglioramento delle performances”, si è espresso Eugenio Maria Cuomo,
Direttore della Galgano Group Consulting e esperto di total quality. Cuomo ha parlato di qualità del prodotto nel settore agroalimentare e dei processi di produzione, illustrando un modello di gestione in auge nel settore manifatturiero, il “Lean Management”, ponendo l’accento sulla necessità di rendere più snelli i processi aziendali, poiché il lavoro di innovazione in Sardegna può essere più rilevante se si considerano le reti di aziende per rafforzare le catene e le filiere del comparto agroalimentare.
Il terzo e ultimo contributo della mattinata è stato quello di Luigi Odello, Presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori di Brescia che, in videoconferenza, ha introdotto l’analisi sensoriale definendola come l’insieme delle tecniche e dei metodi che permettono di misurare attraverso i sensi quanto viene percepito di qualsiasi prodotto. Secondo l’esperto, la certificazione sensoriale nasce come garanzia del piacere e per comprenderla e per orientare la produzione secondo i gusti del consumatore, è necessario parlare di qualità erogata, attesa e percepita.
Graziella Caria titolare dell’azienda Nuove Tecnologie ha raccontato la sua esperienza di imprenditrice nel campo dell’innovazione green e della filiera produttiva a chilometro zero “Casa verde CO2.0”, di cui fa parte e di come la partecipazione alla rete le abbia consentito, insieme ad Alexander Scano,
ideatore del distretto di democrazia solare, di progettare e realizzare i forni solari, utilizzando solo prodotti della filiera a zero consumo per il territorio.
Dopo un veloce lunch a buffet, a base di prodotti a chilometro zero preparati con forni solari,
Monica Saba di Genn'e Sciria anche lei Cuoca Solare
il menù solare a Km zero servito ai presenti
la sessione pomeridiana, è proseguita con una tavola rotonda e conversazione con il pubblico.
La prima testimonianza del pomeriggio è stata di Maurizio Tancredi, insegnante e storico, che all’interno del discorso “Territorializzare la sostenibilità del e nel primario” ha raccontato “Vivere la campagna” un progetto di recupero dell’agricoltura locale realizzata alcuni anni fa nella provincia del Medio Campidano. Partendo da una ricostruzione storica della governance di questo territorio ha proposto un modello territoriale di sostenibilità, con un ritorno al passato e la creazione di un circuito virtuoso fra agricoltura e allevamento. Lo storico ha adottato il principio “dell’autodeterminazione alimentare”, che consentirebbe di rilanciare l’economia agricola, con una maggiore chiarezza e trasparenza sulla qualità e origine del prodotto sardo e dei suoi derivati, perché attraverso la territorializzazione della sostenibilità di processi e delle produzioni è possibile restituire competitività ai territori attraverso la qualità della produzione in azienda.
A seguire Cesello Putzu, Amministratore Delegato della Blue Marlin, nel suo intervento intitolato “Le aziende sarde nel futuro del settore primario”, ha presentato diversi motivi di riflessione in merito allo scenario interno del tessuto imprenditoriale sardo. Secondo l’imprenditore “dalla terra e dalle sue produzioni può nascere una nuova classe imprenditoriale sarda che sarà il futuro della Sardegna”. La grande innovazione di questo comparto sarà il recupero della terra, dei prodotti e delle specialità enogastronomiche, quindi anche delle tradizioni locali, in grado di far crescere non solo le imprese agricole ma anche l’industria di trasformazione agroalimentare.
Annalisa Motzo, ha invece raccontato la sua esperienza d’imprenditrice e della sua azienda la ECOM specializzata nella produzione di ammendate compostato verde ricavato seguendo il criterio dell’agricoltura eco sostenibile e socio sostenibile a impatto zero. Come Presidente del Gal Marghine, rispetto alla nuova programmazione rurale, Motzo si è espressa a favore di una politica di facilitazione di accesso al credito che valorizzi e sostenga le aziende agricole. Secondo l’imprenditrice, “Gli agricoltori sono i custodi del territorio, i custodi del cibo e della biodiversità”, ed è quindi fondamentale sostenere il settore primario creando una rete con altri settori, reti sovrastrutturali non monotematiche che comprendano all’interno anche le istituzioni, i fruitori di servizi e controllori.
Ha chiuso il programma di interventi Elisabetta Falchi, Presidente di Confagricoltura Sardegna e imprenditrice, che ha indicato l’approccio innovativo che dovrebbe avere la nuova politica agricola comunitaria varata dall’Unione Europea. Una programmazione innovativa, ha detto Falchi “deve delineare una strategia adeguata in un’ottica di sinergia tra diversi comparti, attraverso un’attenta analisi del settore agricolo, composta di tante e piccole realtà che rappresentano l’insieme della storia del nostro territorio”. Ma proprio per questa diversità, ha continuato la Falchi, “non si deve considerare solo l’impresa singola, ma la filiera e il territorio, individuando le criticità e peculiarità, ma anche le opportunità e potenzialità di ogni singolo settore e intervenire con azioni mirate e strategiche”.
È chiaro l’esito dell’intesa giornata di lavoro: la Sardegna, per produzioni tipiche perfettibili, per ricerca e innovazione per il primario, per creatività e sostenibilità, per identità, cultura e qualità, si candida ad affrontare le sfide che arriveranno nel futuro prossimo.
ATTI DEL CONVEGNO
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Carlo Hausmann 1
Carlo Hausmann 2
Elisabetta Falchi